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ulivo 
Cari amici dell'Ulivo,
non ci siamo
di Francesco Achille

Tredici anni fa iniziavamo a Monza, come in larga parte dell' Italia, un percorso politico che nasceva dalla volontà di costruire un partito che , sulla falsariga di quello americano e quello inglese, pur con tutte le differenze storiche, politiche e sociali che esistevano con questi paesi, potesse rappresentare l'area in forme diverse progressista o comunque non conservatrice, che emergeva con sempre più forza dalla società italiana.
Il percorso era lungo e difficile perchè ogni partito teneva e tiene alla propria autonomia d'azione ed elettorale; ma comunque nessun partito ostacolò ufficialmente questa idea e tutti lasciarono che i propri aderenti interessati potessero in qualche misura partecipare a questo progetto..
D'altra parte il mondo si evolveva in una certa direzione.
Gli ultimi vent'anni vedono l'accelerazione di alcuni importanti processi degenerativi del nostro pianeta e della nostra società, così come li abbiamo conosciuti da sempre.
Prima di tutto l'ambiente in cui viviamo: una lenta e costante erosione delle risorse naturali sta proseguendo senza ostacoli apparenti. Fiumi e laghi che spariscono con conseguente sparizione di specie diverse di vita animale e vegetale e quindi dell'uomo, foreste distrutte, ghiacciai che si sciolgono, livello dei mari che cresce ovunque (dove andavo al mare da adolescente, sull'adriatico, si giocava a pallone sulla spiaggia. Oggi il mare si è mangiato trenta metri di battigia), il petrolio che ormai si consuma più di quanto se ne estragga. Conseguenza di tutto ciò è il cambiamento climatico, che porta deserto dove prima c'erano terre coltivate e nubifragi dove prima c'era clima temperato.
Tutto ciò causa anche la migrazione di milioni di persone che cercano luoghi di sopravvivenza migliori. E' stato calcolato che almeno cinquantamilioni di esseri umani migreranno nei prossimi anni dalle loro terre verso l'Europa, con buona pace dei leghisti.
Queste migrazioni produrranno, e stanno già producendo, conflitti sociali enormi, con problemi di accoglienza ed integrazione su un territorio sempre più ridotto e malmesso e un mondo del lavoro che dovrà sopportare l'onda d'urto di una massa enorme di mano d'opera a bassissimo costo che avrà come effetto la caduta di stipendi e salari, già penalizzati da anni di globalizzazione.
Anche il nostro Paese si troverà a fronteggiare, come già ha iniziato a fare, forti cambiamenti, con le destre politiche che non sapranno fare altro che cavalcare ogni conflitto ed ogni problema per tornare a governare il Paese.
E sappiamo bene come lo hanno governato nell'ultima legislatura.
Ebbene, le forze progressiste, nel nostro Paese, sono storicamente quelle che si rifanno alla tradizione cristiana, socialista e ambientalista. Se vogliamo creare un partito che serva a qualcosa, oltre che a sé stesso, dobbiamo fare in modo che rappresenti queste tre anime, perchè i problemi che dovremo affrontare in questo secolo saranno problemi di identità, di ambiente, e di lavoro, in una parola saranno problemi di sopravvivenza.
Ora, abbiamo voluto e costituito un Partito Democratico, (ma che ancora tanto democratico non è, viste le difficoltà create alle candidature delle primarie e viste le liste bloccate esattamente come nella tanto famigerata legge Calderoli...) che è la fusione di ciò che resta dei due principali partiti storici del dopoguerra: Dc e Pci, che da soli rappresentavano però più del 60% dell'elettorato.
Noi oggi cosa pensiamo di aver risolto? Dov'è l'Ulivo che volevamo creare?
Se tutto va bene questo partito, che ha perso pezzi consistenti a destra e a sinistra perchè non ha voluto o saputo inglobare istanze diverse della realtà politica italiana, raggiungerà il 25% dei consensi e produrrà un effetto di aggregazione tra gli altri partiti, e quindi nuove divisioni.
Dopo una rivoluzione di trecentosessanta gradi torneremo ad avere gli stessi partiti storici che l'Italia aveva prima.
No, cari amici, non ci siamo.
A Monza siamo stati in grado di governare bene perchè c'era virtualmente l'Ulivo a governare, cioè un patto fra tutti i partiti del centrosinistra.
Il Partito Democratico, se vuole essere il partito del futuro del nostro Paese, dovrà essere il partito di tutto ciò che si muove alla sinistra del centro politico italiano. Solo all'interno di questo partito potranno trovare soluzione i conflitti sociali ed ambientali, almeno per quanto ci riguarda, che ci aspettano. Troppi partiti serviranno solo a rallentare il raggiungimento di questi obiettivi.
Quindi, più che domandarsi se è il caso di sciogliere l'Associazione Monza per l'Ulivo, direi che semmai è il caso di rifondarla.

Siamo sempre in attesa dell'Ulivo, in Italia.

Francesco Achille


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  23 ottobre 2007